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LISCIANO Abbarbicato al monte sovrastante di tutti gli avi miei borgo natìo sparpagliate nel verde circostante bianche casette coprono il pendìo Le grigie Caprarecce a settentrione con la Croce e Categne verso oriente completano col fosso del Vallone l'ideale confine ad occidente Baricello,Qiancarlo e Case Mario S trepparillo,Michella e 'che Ferrone punteggiano dispersi lo scenario con Mimmetto e Zaccheo per conclusione Avara terra dal raccolto incerto, Colui che primo vi piantò la casa non era un contadino molto esperto, scelse una zona ch’è dai sassi invasa* Altri giunsero e poi figli e nipoti, accanto gli uni agli altri a protezione, lo fecero paese in tempi ignoti definendone nome e posizione. Tempi assai grami e fu solo il legname, commerciato in gran parte nel Reatino, che permise di non soffrir la fame al liscianese adulto ed al bambino. Fra una guerra e l'altra anni passati sempre a sperare in un miglior domani, Quando - infine da sempre rassegnati - giunsero i vincitori Americani. Non più indigenza e panni riciclati, pasti abbondanti s tutti quanti a scuola, zainetti,scarpe ed abiti firmati e con l'auto e la moto oggi si vola. C’è benessere si ,ma quell'arcano silenzio rotto sol dal batter l'ora dal campanile è ormai tanto lontano, lo sa il vegliardo e il giovane l'ignora* Ragazzo vi passai le mie vacanze, ora che qui da vecchio son tornato per nostalgia e per tante rimembranze scomparirò dove non sono nato» TONY GIDAN
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