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CONDUSSE IN VETTA ILLUSTRI PERSONALITA' Fu uno dei pionieri del Terminillo la "giuda nobile" Giuseppe Munalli Nell'albo d'oro del Club Alpino Italiano, ampio spazio è dedicato a Giuseppe Munalli di Lisciano,che fu la prima guida del Terminillo. Il suo brevetto, attestato dalla sezione romana del CAI risale infatti al 1903. Per la sua intelligenza vivissima, per il suo carattere genuino, e insieme un pò scontroso, che caratterizza la gente di montagna, aveva conquistato la stima e l'amicizia di personalità eminenti nella vita politica e culturale dell'Italia dell'inizio del secolo. Tra questi, i poeti Trilussa e Pascarella. Il principe Lodovico Spada Veralli Potenziani che erano legati a lui da motivi di sincero affetto. La signora Antonietta Rossi, nipote della guida, conserva un nitido ricordo delle assidue visite che questa personalità facevano al nonno intrattenendosi nella sua casa, a Lisciano, per ore intere.Tra un "quartino" e l'altro parlavano infatti delle precedenti escursioni, dei pericoli passati ecc. come solitamente accade quando gli appassionati della montagna si ritrovano insieme. In quelle occasioni la signora Antonietta. aveva sì e no dieci o undici anni, ricorda che il nonno le raccomandava di prendere il prosciutto «più fresco», di spillare il vino dalla «botte migliore): riguardi che. d'altra parte, egli era solito usare con lutti gli ospiti, non solamente col principe Potenziane, con Trilussa o con Pascarella. che, si può dire, erano «di casa». L'abitazione di Munalli era «tappa obbligata» per tutti coloro che intendevano recarsi sul Terminillo. L'ascensione cominciava da li. non essendo stata ancora costruita l'attuale modernissima strada. Quando queste comitive di alpinisti a bordo di carrozze o con le prime Isotta-Fraschini o con le buffisslme De Dion Buton arrivavano in paese, era una festai per l'intera popolazione: tutti intatti, si riversavano davanti alla casa dell'autoritario «Peppino» (tra l'altro era stato anche Podestà di Lisciano) per vedere quei personaggi famosissimi e che. pure, la guida trattava con. tanta familiarità. Pascarella e Trilussa scrissero, .sul libro delle presenze del rifugio Umberto I. persino alcuni versetti sulla personalità della guida alpina, mettendo efficacemente, in evidenza il suo carattere duro e cameratesco insieme. Sulle pagine del «diario di escursione» di Giuseppe Munalli, tenuto come una reliquia dagli alpinisti del CAI reatino, inoltre leggiamo attestali di elogio rilasciati da altri illustrissimi personaggi. In data 16 agosto 1905 il conte e la contessa Iolone di Campello, abitante a Roma a piazza di Spagna, scrivono: «arrivati sulla vetta del Terminillo e passata la notte nel rifugio, fummo molto contenti della prontezza e esattezza della guida Giuseppe Munalll». Ed ancora il barone tedesco, dott. Alfred Von Martin il 12 aprile 1908: « Sono rimasto molto contento dell'abilìlà della guida Giuseppe Munalli il quale mi ha fatto conoscere le bellezze del monte Terminino». «Ottimo sotto ogni aspetto è stato il servizio della guida», attesta il conte Barattieri di San Pietro, della Real Casa. Appunto per questo suo contatto con I blasoni di tutta Europa, il Munalli veniva chiamato la «Guida Nobile». Nel diario non mancano peraltro racconti di situazioni particolarmente drammatiche. Il giorno di Pasqua del 1915 'Il dott. Cesare Battisforza scrive: «Accompagnati dall'ottima guida Giuseppe Munalli. giunti al Terminllluccio, abbiamo avuto la non gradita sorpresa di trovare un branco di circa venticinque lupi davanti all' ingresso del Rifugio; ci voltammo precipitosamente e iniziammo un fuga che si concluse nei pressi di Lisciano». All'ultima pagina del libretto, !a conclusione. L'allora presidente della sezione CAI di Rieti Domenico Rinaldi scriveva: «Il giorno 12 marzo 1929 sì spegneva la nostra brava guida Giuseppe Munalli tra il compianto dì tutti». Chi tenterà ancora il Terminino, penserà ancora la sua generosa anima vagante per le candide cime che tanto ascese e amò in vita, e pregherà per lui». MAURO VITTORINI "IL TEMPO DI RIETI" VENERDI' 30 GIUGNO 1967
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